Il paesaggio diventa un luogo interiore, composto spesso da percorsi da seguire (strade, sentieri, vie), e la figura umana, pressoché eterea, non sembra quasi interessarsene, rappresentata a capo chino, immersa nei propri pensieri, sta piuttosto lì a simboleggiare una sorta di ricerca introspettiva.
È così? Ce ne parleresti?
Sì, tutte le tematiche che affronto nella mia pittura, sono trattate da un punto di vista esistenziale. C’è sempre un atteggiamento di riflessione che caratterizza ogni scena e soggetto dipinto. Il paesaggio, ad esempio, non è mai mera rappresentazione di sé ma piuttosto di uno stato d’animo e gli elementi che ne fanno parte rimandano ad altre riflessioni, come ad esempio quella sul rapporto dell’uomo con la natura e il legame con le problematiche ambientali attuali. Così come le figure, che spesso rappresento da sole, vivono una solitudine introspettiva, solitaria ma non sola, e in relazione con spazi e architetture che sono i “non luoghi” del nostro tempo, fisici e mentali.
Sono tutti bellissimi , ma un paio ancor di più.
Vedo che sei di Giarre, anche io, hai uno studio?