Poi sono passata allo scanner, manipolando in tempo reale degli oggetti durante la scansione, così creando dei collage ancora in movimento. Perché è proprio questa funzione dello spazio in movimento contrapposto a un oggetto, a un elemento naturale e ovviamente all’Uomo, che mi ha sempre incuriosita. La continuità a volte impercettibile dell’azione.
Ora sto lavorando con i pigmenti vegetali, creando così delle stampe su dei fogli con grana robusta. In realtà non so che tipo di arte sto facendo, forse ho iniziato da poco tempo e quindi sono attratta da tutto, sto vivendo tutto quello che mi circonda in tutte le sue possibili forme.
Questo mi permette di creare un processo, di sviluppare un metodo, di trovare un mio angolo di conforto anche se veramente… non vorrei mai trovarlo.