Chi sei?

Ciao! Sono Lusiana Libidov, sono di origine rumena e ho una formazione teatrale e performativa. Da qualche anno faccio l’artista un po’ per caso un po’ per scelta. Non avendo una preparazione artistica cerco di costruirla imparando ogni giorno a fare una cosa nuova, a pormi delle domande e a capire come si fanno certe cose. La mia curiosità è stata sempre stimolata da: l’Essere Umano e la Natura.

Dove vivi?

 

Da dieci anni vivo in Sicilia, più della metà del tempo ho vissuto a Palermo e ultimamente sulle montagne Nebroidee , a Ucria! Come tutte le cose belle della mia vita, anche la Sicilia è stata una scelta non proprio consapevole. Però una volta toccata questa terra mi è stato quasi impossibile staccarmi, perché tutti i materiali che mi interessano per la mia ricerca teatrale e ultimamente artistica li ho trovati qui. E questo perché sono molto simili alla mia terra nativa: il Delta del Danubio. Questo intreccio dunque, così sviluppato e ricco, dal punto di vista naturale e culturale, ha contribuito tantissimo alla mia “scelta non scelta”.

Che tipo di arte fai?

 

Quello che faccio è una sperimentazione continua. Come dicevo prima, provo a pormi delle domande e a trovare delle risposte sperimentando. Sono partita dalla fotografia che mi metteva in una situazione completamente opposta a quella del performer, cioè quella di essere osservato e, per la prima volta, ero io quella che sbirciava i minimi dettagli.

Poi sono passata allo scanner, manipolando in tempo reale degli oggetti durante la scansione, così creando dei collage ancora in movimento. Perché è proprio questa funzione dello spazio in movimento contrapposto a un oggetto, a un elemento naturale e ovviamente all’Uomo, che mi ha sempre incuriosita. La continuità a volte impercettibile dell’azione.

Ora sto lavorando con i pigmenti vegetali, creando così delle stampe su dei fogli con grana robusta. In realtà non so che tipo di arte sto facendo, forse ho iniziato da poco tempo e quindi sono attratta da tutto, sto vivendo tutto quello che mi circonda in tutte le sue possibili forme.

Questo mi permette di creare un processo, di sviluppare un metodo, di trovare un mio angolo di conforto anche se veramente… non vorrei mai trovarlo.

Che influenza ha il territorio sul tuo lavoro?

 

Ecco, è sempre una questione di incontri! Io mi considero veramente fortunata da questo punto di vista, perché tutto quello che ho scoperto su questo territorio è stato grazie alle persone che ho incontrato qui. E sono proprio queste persone, che con la loro fiducia, mi hanno spinta a intraprendere e coltivare la mia ricerca. E non parlo solo di artisti o di meraviglie paesaggistiche, ma del panettiere, del calzolaio, della spazzatura, del dialetto, della cucina, delle barzellette, di viaggiare in tre su un motorino e tanto altro di bello e di brutto che mi ha sempre affascinato qui. Perché ho l’impressione che la Sicilia non vuole apparire, non gliene frega niente di leggi europee o mondiali! La Sicilia è la Sicilia e non si può non essere contaminati da questa vecchia signora. Quindi il mio lavoro è molto influenzato dal territorio. Ovviamente non cerco quell’aspetto politico e ironico che allo stesso tempo mi garba, ma riesco ad esprimermi meglio tramite un passaggio che dalla forma poetica, va verso la forma estetica che può essere plastica e a volte anche organica.

Ti definiresti un artista outsider?
 
Se vi riferite all’Art brut, in quanto arte spontanea, non credo. Perché li non esiste una riflessione sull’opera, è tutto istintivo, tutto di pancia direi. Magari durante il processo si, certo potrei identificarmi in questo in quanto amo l’improvvisazione. Però alla base vi è sempre un’idea di partenza, un’idea scritta su di un quaderno che aspetta di materializzarsi. Anche per questo non so come definire la mia arte, perché il mio scopo non è mai stato di perfezionare il mezzo che uso, ma di comunicare in modo chiaro l’idea che avevo, la riflessione che mi abitava da tempo. Forse sono un mix!
Perché alla fine è l’arte che decide quando è pronta.
Cosa prospetti per la tua arte?
 
La cosa che desidero di più in questo momento, è di avere uno studio proprio, dove i miei oggetti possono finalmente interagire tra di loro e prendere vita indipendentemente da me. Dove posso osservarli e svilupparli. Vorrei sperimentare di più la pittura col vino e creare delle stampe vegetali in formato grande; molto grande. Quindi come progetto futuro, ma molto vicino, voglio creare uno spazio di incontro per artisti siciliani e non siciliani come me, in un posto dove c’è solo natura: a Ucria!

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