Oggi, potendo fare un bilancio, ci auguriamo di aver ottenuto il risveglio che ci eravamo prefigurati aprendo il cantiere. Siamo sicuri di aver innescato il pensiero critico degli avventori, stuzzicando in loro, non solo un interesse estetico, ma anche il dubbio e il giudizio. E, ciò che risulta più singolare, abbiamo accolto la sfida di scrivere il nostro presente. Già!
Si respirava nel gruppo un certo fiuto per le arti, ma mai avremmo potuto immaginare di riuscire a mettere su un format di successo. Con il tempo, abbiamo arricchito il contenitore di idee e arti nuove. Pensando anche a saldare una sorta di debito con la città che abbiamo ereditato, abbiamo inteso valorizzare, non solo l’antico lascito d’arte in cui si svolge ogni anno Radica, ossia l’antico monastero benedettino della Badia Grande (XVII–XVII secolo), ma via via anche spazi urbani da riattivare. Così, nel 2018 inauguriamo la splendida “Ghiaccio rovente”, opera d’arte del pluripremiato artista nisseno, il Maestro Leonardo Cumbo.
E, l’anno successivo, ospitiamo il writer catanese Alberto Ruce che realizza, all’inizio del centro storico in via Aluntina, proprio vicino alla scultura-panchina del Cumbo, il murale “Fila”.
Questi interventi rigenerativi danno un impulso inedito, capace di generare nuova linfa per le nostre radici. E rappresentano il segno dell’esperienza artistica vissuta, il quale contribuisce a serbare la nostra San Marco quale luogo vivo e sano. Quest’anno, si stava già lavorando ad un’idea per la Primavera, ma l’emergenza Covid-19 ci costringe a “restare sospesi”.
Ci auguriamo un buon fermento e poi la fioritura. Per rinascere!