Chi sei?
 
Mi chiamo Fabio Messina, sono nato e cresciuto nella città dello Stretto e sono un emigrante. 
Il destino in qualche modo ha sempre cercato di allontanarmi dalla mia Terra, prima con un anno di militare a Pordenone e successivamente, dall’età di 24 anni, con la vincita di un concorso ed il tanto ambito “posto fisso” che mi ha portato ai confini dell’Italia.
FABIO MESSINA
Opera di Francesca Pracanica

Nel mio caso quel momento ha segnato sì la mia indipendenza e la gratificazione lavorativa ma anche il doloroso allontanamento dalla famiglia, dalle grandi amicizie e dalla mia Terra, così come avviene tristemente da sempre per noi siciliani… una cicatrice che a distanza di 25 anni ancora non sono riuscito a ricucire. Ecco chi sono realmente: un uomo tormentato dal suo essere siciliano.

FABIO MESSINA
Borgo Cannistrà
Dove vivi?
 
Vivo a Luino, sul bel Lago Maggiore, al confine con la Svizzera. Potrei affermare però che vivo costantemente in due realtà parallele, perché la Sicilia è sempre presente. In alcune fasi della mia vita ho cercato un distacco vitale da essa… con scarsi risultati, come si può facilmente intuire.
FABIO MESSINA
Castello
Cosa ti ha spinto a voler dar vita a “Racconto di Sicilia”?
 
Probabilmente è stato il punto d’incontro di due amori, nati forse troppo tardi: la scrittura e la Sicilia! 
Ho voluto anche mettermi in gioco, sollecitato da alcuni amici e conoscenti, ma la spinta maggiore è stato un crescente desiderio di condivisione: desideravo “urlare” al mondo che in Sicilia avvenivano cose straordinarie e si “muovevano” realtà e personaggi unici.
 
FABIO MESSINA
Giacomo Sferlazzo
Forse non è stata neanche una scelta ma piuttosto una necessità interiore… “raccontare per non morire” come la Shéhérazade di “Le Mille e una notte“. La verità è che ad un certo punto della mia vita mi sono ritrovato come dentro un vortice, senza possibilità di uscita; ecco perché il mio sito/blog si chiama “Racconto di Sicilia” e non “racconti”: tutto è interconnesso, tutto fa parte di un unico racconto di vita, segnato dalla forza incantatrice della Sicilia.
FABIO MESSINA
Posto segreto - Alcamo
Quanto ancora c’è da raccontare sul popolo siciliano e sulla Sicilia?
 
Conoscere la Sicilia e il suo popolo è un percorso senza fine!
In Sicilia non ci liberiamo di niente, il passato è il presente… pertanto il nostro è un continuo aggiungere, accumulare, cambiare dettagli ma cercando sempre di tenere insieme un legame con tutto quello che ci ha riguardato da millenni.  
FABIO MESSINA
Carmelo Buscema e il marranzano
Quando ho iniziato questo “cammino” personale non avevo idea della complessità di questa Terra e del fascino controverso che riesce a trasmettere in ogni suo particolare. Cioè, voglio dire, in qualsiasi ambito si voglia approfondire la realtà siciliana si finisce sempre per rimanerne affascinati, persino nei suoi aspetti più negativi. Ho sempre avvertito un’intensità particolare nei luoghi visitati e nelle persone che li animano… per questo alla lunga ho persino imparato ad accettarne i difetti, la Sicilia e i siciliani sono unici in quanto “veri”, sono frutto dell’imperfezione e di un carico di identità persino eccessiva. 
Il mondo è pieno di posti “semplicemente” belli, ma la Sicilia è un concentrato di diversità: di una stessa cosa ti offre infinite sfumature che te la rendono sempre diversa. E’ come una donna terribilmente affascinante, dalla quale non riesci a staccarti non solo perché è bella ma anche perché è femminile, astuta, materna e passionale nello stesso tempo… una donna che sa quando è il momento di consolarti e quando di ferirti con la sua indifferenza. 
Se solo riuscissimo ad indirizzare tutte queste potenzialità in maniera più proficua…
 
Raccontare la Sicilia e il suo popolo significa anche intraprendere un percorso di conoscenza verso sé stessi…
FABIO MESSINA
Nerina Chiarenza
Qual è stato l’incontro che ti ha colpito di più?
 
Tutte le esperienze nell’Isola mi hanno trasmesso un’energia incredibile e un bagaglio emozionale straordinario!
Farei un torto ad escludere qualcuno: troppe persone – ma anche troppi luoghi – hanno avuto un forte impatto su di me e persino sulla mia vita stessa. Alcuni mi hanno sbalordito più per l’aspetto artistico e altri anche per la capacità di arrivarti al cuore (vedi Carla Luvarà). Dopo alcune esperienze non nascondo di aver messo in discussione persino l’utilità stessa del mio modo di vivere, mi sono interrogato su molte – forse troppe – cose. Seguendo racconto di sicilia se ne può avere una parziale percezione…
FABIO MESSINA
Nino Pracanica
FABIO MESSINA
Carla Luvarà e Gianluca Rando
Però, ripartendo dall’inizio, non posso negare che due incontri sono stati decisivi per convincermi ad intraprendere questo particolare percorso di scoperta: l’Isola di Salina e il cuntastorie artigiano Nino Pracanica. Queste due esperienze hanno fatto scattare in me qualcosa di nuovo. La cosa assurda è che sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Nino Pracanica attraverso delle persone di Luino, che io stesso avevo mandato in vacanza in Sicilia… ecco in quel momento mi sono sentito in debito verso la mia Terra, ma soprattutto verso la mia gente, giudicata troppo spesso superficialmente persino da noi stessi senza conoscerla. In sostanza ho dovuto guardarla da lontano questa Sicilia per coglierne appieno tutta la sua straordinarietà.
FABIO MESSINA
Mulino ad Acqua Giorginaro a Novara di Sicilia
Pensi che il tuo contributo al territorio sia importante? In che modo?
 
Sinceramente no anche se vorrei tanto che lo fosse. 
Il vero contributo al territorio lo apportano le persone che incontro e “racconto” – e che sostengo per quello che posso –. 
Sono loro gli eroi e il vanto della nostra Sicilia, il contributo al territorio è dato dal loro fare quotidiano…
FABIO MESSINA
Fabio Pilato
E allora mi vengono in mente Orazio Bisazza con il suo Borgo Pantano, Nino Pracanica e Gina Previtera che sono memoria e vita della Sicilia, Fabio Pilato che ha saputo tramutare una malattia in arte scultorea mettendo a disposizione della città i suoi Pesci dello Stretto scolpiti nel ferro, Leonardo Cumbo che racconta e abbellisce il territorio attraverso le sue sculture uniche, Alice Valenti che mette continuamente la sua arte al servizio della città o di cause importanti come quella dei maestri d’ascia Rodolico, il professore Salvatore Farina che eleva la storia e l’importanza della pasticceria siciliana con la Duciezio e con eventi e libri, il cantautore Giacomo Sferlazzo che è la voce e il racconto della sua Lampedusa e della Sicilia stessa ma che nello stesso tempo fa opera di denuncia e lotta senza risparmiarsi, le Mamme del Borgo che semplicemente accogliendo nelle loro case danno nuova vita a Motta Camastra, Carmelo Buscema che forgia i marranzani nelle campagne iblee, i ragazzi di Tre60lab che “seminano” eventi e iniziative a San Marco d’Alunzio, i custodi dei Mulini a pietra, i coltivatori di grani antichi come il grandissimo cantastorie Totò Fundarò, oppure i sognatori di Borgo Cannistrà.
FABIO MESSINA
Le Mamme del Borgo
Sono loro che danno un contributo al territorio… io semplicemente non faccio altro che sorprendermi del loro fare, mi entusiasmo e ne riconoscono la straordinarietà. Cerco di tramutare in parola scritta le emozioni e le energie che queste persone mi trasmettono. Pertanto io mi onoro di essere diventato amico di questi grandi siciliani… ma è una cosa che ho cercato – con grandissimo impegno e sacrifici economici – e mi ritengo solo una specie di fiero ambasciatore di queste realtà e della Sicilia intera.
FABIO MESSINA
Alice Valenti
Come valuti la situazione in Sicilia riguardo al settore artistico e culturale?

Vedo grandissimo fermento e valori artistici assoluti… c’è solo un problema: mancano i piccioli! I nostri artisti, rispetto alle potenzialità e ai contenuti che hanno da offrire raccolgono poca visibilità e altrettante poche gratificazioni economiche.
In una Terra dove ci sono ancora troppe persone costrette a vivere alla giornata, pochi sbocchi lavorativi, un settore pubblico sempre più vecchio, pessime infrastrutture e uno stato che fa fatica ad essere presente in realtà difficili, potersi concentrare sulla bellezza e sulla cultura – come elevazione dell’individuo e dei luoghi – diventa complicatissimo. Per questo ogni incontro fatto è stato sempre segnato da un retrogusto dolce amaro, ormai sono pochi gli artisti che riescono a vivere bene solo con quello che creano. Se questo può creare limitazioni e spesso anche una sensazione di profonda solitudine, probabilmente però aggiunge anche quella intensità che si ritrova in tutto quello che prende forma in Sicilia… da noi è tutto più complicato, perché noi stessi siamo complicati. Ritengo importantissimo un sostegno reciproco anche tra gli artisti stessi, l’isolamento è utile nel momento della creazione ma fare gruppo è essenziale per crescere e per sentirsi parte di qualcosa di importante… e soprattutto per amplificare la voce della bellezza.
FABIO MESSINA
Opra dei pupi G. Canino di Salvatore Oliveri
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