Chi sei?
 
Sono Cetty, pittrice. O perlomeno da diversi anni lavoro per esserlo. Pittrice e fatta di tante altre cose. Di vita quotidiana, affetti, amori, cose, case, mondo, persone, vite, musica, immagini. Cresco, cambio, ed è una cosa meravigliosamente spaventosa. Sono nata nel 1976 nella verde Svizzera. 

Ricordo perfettamente alcune cose di diversi momenti della mia vita, da bambina a oggi, e questo mi dà la certezza di essere sempre io. Sono molto grata alla memoria.

Mi dà la possibilità di lavorare, di trovare soluzioni, spiegazioni, di crescere. Il prezzo è sempre piuttosto alto, ma la gratificazione del sentire la propria essenza è impagabile. Sì, credo di essere il risultato della mia memoria. Di più non so e non posso dirti.

Cetty Previtera
With love, 2018, olio su tela, 150x200 cm
Dove vivi?
 
Vivo a Zafferana Etnea, paesino alle pendici dell’Etna, in Sicilia. In particolare vivo in campagna, su un pezzetto di terra piuttosto silenzioso e verde. A volte non me ne rendo conto, ma stare in silenzio e isolamento è una condizione di cui ho molto bisogno. 
Capita di sentirmene stanca, allora ogni tanto scappo e cerco la città, un posto brulicante di gente e attività di ogni genere in cui comunque continuare ad ascoltare il mio silenzio. Ho una buona parte metropolitana mescolata con l’essenza di campagna da cui provengo.
Cetty Previtera
Dream up and think pink, 2019, olio su tela, 95x90 cm
Come è iniziata questa passione?
 
Credo sia nata dal bisogno di ritrovare la mia identità, o perlomeno dal tentativo di ridefinirla. Non sono una di quelle che ha sempre disegnato, da bambina però, mi sono spesso ritrovata in questo stato di connessione tra intimo ed esterno, per motivi scolastici o per passare il tempo. A un certo punto della mia vita, dopo il più grande evento della mia storia che è stata la nascita di mio figlio, e, dopo aver sperimentato la precarietà economica, emotiva e mentale di altri lavori, ho deciso di prendere i pennelli in mano, con pure e serie intenzioni. Evidentemente sentivo la mancanza di qualcosa. Ho scelto un corso di pittura e lì ho trovato i miei primi grandi maestri, Giuseppe Puglisi e Piero Zuccaro. Loro mi hanno mostrato cosa è la pittura, e mi hanno dato la possibilità di riconoscere la mia possibilità di pittrice.
 
Vedendo le tue opere a primo impatto si penserebbe a uno spirito impressionista, come definiresti tu, il tuo lavoro?
 
Lo so, lo spirito impressionista mi perseguita, mi avvolge con il suo calore e la sua forza, lo fa attraverso le parole di chi guarda il mio lavoro, attraverso le mie pennellate, e attraverso il mio amore per certi maestri. Se ripensiamo alla storia della pittura definita secondo correnti e periodi, l’impressionismo è ovviamente andato da tempo. Ma se pensiamo alla pittura come pittura, allora essa è nel suo eterno presente. Non penso ad imprimere le impressioni sulla tela, non penso affatto, forse, in realtà. Di certo non nasce alcun ragionamento. Per me è creazione di una nuova realtà, indipendente persino da me stessa, figlia di gesti e tempo, di ricerca di nuovi equilibri.
Formati davvero importanti, quanto tempo impieghi a realizzare un’opera?
 
Lavorare su grandi dimensioni è veramente una bella storia pittorica, è un viaggio, un sogno. In realtà la dimensione non è direttamente proporzionale al tempo impiegato per realizzare il pezzo. 
Succede molto spesso che piccoli pezzi restino sul cavalletto per settimane, e che grandi formati invece si risolvano in meno tempo, perché il problema di finitura è in realtà mentale ed emotivo… L’inconveniente tecnico più importante nel mio lavoro è sicuramente il tempo di asciugatura del colore ad olio, a cui, nonostante ciò, non voglio assolutamente rinunciare. E so che ciò a cui non voglio rinunciare è soprattutto, il tempo meditativo che sta tra una stesura di colore e l’altra. Così, nel grande formato, lavorare a una parte della tela mi permette di dare al resto la possibilità di asciugare. Non so mai prima cosa voglio ottenere, ho un pensiero, le mie idee sono sempre molto vaghe, conoscono una struttura, delle cromie, ma gli intrecci casuali che nascono sono imprevedibili, e sono la mia risorsa. Tutto ciò riguarda i lavori eseguiti in libertà, dove l’energia può scorrere come meglio crede. A volte è vorace e mi rende instancabile per settimane. Altre volte è sopita, o non trova canali da cui fuoriuscire, e mi lascia in attesa. L’ascolto di questo processo è sempre il modo migliore per lavorare. Quando invece ci sono delle scadenze da rispettare, non c’è possibilità di perdermi né di dimenticare. Se il quadro ha da nascere, io sono lì per la gestazione necessaria.
 
Che influenza ha il territorio sul tuo lavoro?
 
Moltissima. Il territorio intorno a me è il primo soggetto dei miei quadri. Non scelgo quasi mai un elemento isolato, ciò che mi interessa è l’intreccio di elementi, solitamente di elementi naturali, vissuti, ampiamente assorbiti. Mi è capitato molte volte di passare qualche periodo fuori, di fare delle fotografie, ma raramente ne è nato qualcosa. È come se tutto dovesse nascere da certe radici, dalla stessa energia. Un soggetto può anche essere bello, interessante, ma deve innanzitutto essere mio.
Cetty Previtera
Dream up wake up, 2019, olio su tela, 95x90cm
Cetty Previtera
Abbraccio su notte, 2019, olio e pastelli su tela,45x35 cm
Qual è il lavoro di cui vai più fiera?
 
Non ci ho mai pensato veramente… di solito cerco di essere fiera di tutte le cose che creo, altrimenti non riesco ad espormi. Se non posso esserne fiera, riconoscerle, allora posso anche distruggerle, o metterle da parte per riprenderne l’insegnamento in un altro momento. Ovviamente non è sempre facile. Posso forse raccontarti di essere molto fiera della mia prima mostra personale, un lavoro iniziato più di tre anni fa, “Primavera”, a Scicli. 
Mettere “insieme” tanti pezzi, legarli tra loro, legarli alla pittura passata, restare nella mia natura, pensare a questa esposizione “totale” di me, senza veli, con inceppature, difetti, fragilità, e una immensa passione e una necessità fortissima di realizzare il progetto. È una di quelle cose che se ci pensi a fondo ti può venire veramente paura a farla. Però la fai, e poi ne sei felice. In quella occasione ho avuto anche lo scritto di Marco Goldin, che continua ad apprezzare la mia pittura e a leggerci proprio tutto ciò che ci metto. Sì dai, ne sono molto fiera!
 
Come valuti la situazione in Sicilia riguardo al settore artistico?
 
Mi sembra che in Sicilia il valore artistico sia in buona ascesa, perlomeno riguardo alla produzione. Conosco moltissimi bravi artisti e puri, che hanno tanta energia e tanto da dire. E abbiamo poco, pochissimo spazio per dire le cose in maniera dignitosa ed appagante. È complicato, vai fuori e trovi paesi in cui gli artisti vivono della loro arte, e sono aiutati dalle istituzioni, e il loro valore è riconosciuto, semplicemente perché appunto lavorano e hanno bisogno di vivere come tutti; senza chiedere nulla di particolarmente costoso, né fama né eccezioni. Quello che mi capita di notare qui in Sicilia, da parte degli addetti ai lavori verso gli artisti è invece, purtroppo, una immensa discrepanza tra valutazioni eccezionali, meritevoli o meno, e la più totale indifferenza. Ciò crea sofferenza e squilibrio.
 
Cetty Previtera
Dream up, 2018, olio su tela, 150x200cm
Cetty Previtera
Dream up wake up, 2019, olio su tela, 95x90cm
Cosa prospetti per la tua arte?
 
Mi piacerebbe moltissimo riuscire a lavorare sempre di più con i grandi formati, che possano diventare parte essenziale del mio ambiente, tele su cui posarmi, specchiarmi, e ovviamente che possano lasciare lo studio a tempo debito permettendomi sempre di procedere, nello spazio ed economicamente. Mi piacerebbe di conseguenza riuscire ad avere uno studio molto grande, uno spazio naturale in cui stare senza tempo. E mi piacerebbe molto (a quale artista non piacerebbe?) riuscire a viverci serenamente per dare a questo tempo la giusta energia. La Sicilia è la realtà che conosco meglio, perché vivo qui, e vivo una realtà non facile.
Non mi piace lamentarmi, so di essere molto fortunata. Di certo l’economia dell’isola non aiuta, e non aiuta nemmeno la non cultura, il poco interesse.
Vi sono province più sensibili, ed altre in cui evidentemente si preferisce spendere diversamente le risorse. Ho cominciato a mettere un piede fuori, ho sentito un’arietta leggera, e spero di fare qualche saltello più in là prima o poi.
Cetty Previtera
The black one, 2018, olio su tela, 200x100cm
Contatti e Link:
Email: cettyprevitera@gmail.com
 
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